1826, 12. Februar.
Mit Alessandro Poerio
Dopo un poco viene il Venerando [Goethe], s'informa con bontà della mia salute. Io tengo il mio manoscritto [seiner Übersetzung der »Iphigenie«] nelle mani. Non oso parlargliene, ma egli volge il discorso su di ciò. Gli do il manoscritto. Domanda, se ho tradotta tutta la tragedia; rispondo di sì. Dice, che mi renderà lo scritto, dopo averlo letto. Io lo prego di ritenirlo, e con molta bontà me ne ringrazia. [270] Indi si parla del verso sciolto Italiano, del quale fa molto elogio, specialmente per la soavità de' modi nel passaggio da un verso all' altro. Si alza per darmi una tragedia nuova a leggere. Essa è Italiana, scritta dal Sr. Tedaldi-Fores e pubblicata in Milano nel 1825. [Beatrice Tenda.] Mi dice di leggerla e di dirgliene il mio parere. Indi si parla di Manzoni &c. Non vuol parlare Italiano; dice: »Non mi seducete! È lungo tempo, che non ho parlato questa lingua.« – Mi congeda dipoi. Domani debbo visitarlo a mezzogiorno.
[271]